Solo col buio capisci che è tridimensionale

Quando ho preso le ferie era la sera dell’eclissi, ho lavorato fino alle sette passate col collo rigido su photoshop e m’è venuto un gran mal di testa che m’ha preso allo stomaco ma ero felicissima perché prendevo le ferie e c’era l’eclissi, siamo andati a Castel S. Elmo e ci abbiamo trovato tutta Napoli col muso in su, ero felicissima anche se tutti tentavano di fotografare il cielo con il cellulare e addirittura con il flash, ma non puoi stare sempre a prendertela col tuo vicino di posto e con i tempi, no? infatti ho continuato a essere felice mentre la luna scompariva e scoprivo che è possibile vedere Marte a occhio nudo, al massimo mi sono spostata più in là quando la calca era troppa e il caldo attaccaticcio o una fotocamera mi inquadrava, ero proprio felice anche quando più tardi bevevo una birra e il mal di testa era sempre lì e sul marciapiede c’erano le blatte, nemmeno le blatte mi davano fastidio la sera che ho preso le ferie e c’era l’eclissi e la birra mi faceva di una percentuale più allegra.

Ho scaricato sul telefono una mappa del cielo e ho aspettato che ce ne fosse effettivamente uno da osservare con le stelle e tutto, non il solito coperchio nero, e quando finalmente l’ho osservato la frase che ho continuato a ripetere è stata Solo col buio capisci che è tridimensionale, cioè il mio stupore stava nella profondità.

Oggi al lavoro mi sembrava ci fosse ancora qualcosa, un grumo di felicità che non si disfa e se abbasso la luce tutto riacquista proporzione: Vega proprio in cima alla mia testa, Cassiopea la riconosci subito, il punto rosso di Marte come fosse un REC su schermo, la mia scrivania, io, tutto il resto.

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